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Midnight in Paris – Recensione

01/12/2011 | Recensioni |
Midnight in Paris – Recensione

In puro stile Alleniano “Midnight in Paris” inizia con suggestive immagini dei luoghi chiave della città che per antonomasia è considerata la più romantica al mondo. Parigi. Un’introduzione che ricorda un po’ quella di “Manhattan” del 1979 dove Allen omaggia la sua frenetica ed amata città, New York.
A distanza di 32 anni “Midnight in Paris” è intriso di una comicità raffinata e di una malinconia velata. Il rifiuto del presente è il tema centrale che spinge il protagonista Gil (un convincente Owen Wilson) a cercare rifugio nelle Rue di Paris allo scoccare della mezzanotte, quando, come in ogni favola, tutto diventa più magico. E può capitare allora che il biondo scrittore di Pasadena, in preda ai dubbi sul suo romanzo, si ritrovi ad essere catapultato negli anni ‘20 ad una festa data da una certa Zelda e un tale Scott Fitzgerald. Come per magia Gil frequenta di notte locali in cui incontra gli artisti e gli scrittori da lui venerati, come il surrealista Dalì, il bel tenebroso Ernest Hemingway, Pablo Picasso, e l’amante di quest’ultimi (e di Modigliani e Braque) Adriana (Marion Cotillard) per cui anche il povero Gil perde la testa.
Il vivere in un passato che lui considerava perfetto gli fa perdere il contatto con la vita reale e non si accorge che la sua futura moglie Inez (Rachel Adams) intrattiene una liaison alla luce del sole con un pedante e spocchioso professore Universitario amico della coppia (interpretato dall’eclettico Micheal Sheen). Ma i rivoluzionari anni ‘20 che Gil crede siano la perfezione sono in realtà per i suoi protagonisti, come Adriana, un periodo totalmente insignificante rispetto alla Bella Epoque di fine XIV secolo.
La morale della favola, e di “Midnight in Paris” è che non importa in quale epoca vivi (2011, anni ‘20 in una Parigi Piovosa, la Golden Age, il Rinascimento) il tuo presente sarà comunque insoddisfacente perché è paradigma fondante, secondo Allen, che esso sia il luogo dell’insoddisfazione legata alla mancata coincidenza fra le tue aspettative e la realtà di vita.

Eva Carducci

 


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